

Domenica 12 giugno alle ore 21 si è svolto, presso la sala consiliare
del Castello Visconteo di Abbiategrasso, il secondo incontro della
rassegna LETthéRARIO 2022, organizzato dall’Assessorato alla Cultura attraverso
la Biblioteca di Abbiategrasso e il circolo letterario Galà 108-Carpe Diem
(Gruppo Abbiatense Lettori e Autori), evento seguito da un pubblico di
appassionati di letteratura ed arte. Gli autori in programma
erano Alessandro De Vecchi (Abbiategrasso, 1977) poeta, scrittore e
romanziere che ha presentato “Tre Anni, Tre Mesi, Tre Giorni”, Marcela
Rodríguez Valdivieso (Cile, 1953) poeta, scrittrice, editrice e storica,
che ha presentato “5 Saggi Storici” e Julio Araya Toro (Cile, 1967) poeta,
scrittore, editore e storico, che ha presentato “5 Saggi Storici”. Ha
introdotto la serata dando il benvenuto ai presenti lo scrittore e poeta
Julio Araya Toro che nella veste di Duca di Abbiate-Grasso ha consegnato
il titolo nobiliario di “Marchese” al suo caro amico Francesco Bottene
(Assessore al Bilancio, Patrimonio, Rilancio Economico delle Attività e delle
Imprese, Partecipate del Comune di Abbiategrasso). Il Duca Giulio I°, ha così
giustificato il titolo: “Bottene, un caro amico, leale con il suo Duca e il
Ducato e un uomo molto sensibile all’arte e alla cultura”. Poi la parola al
Ven. Lama e noto monaco di tradizione buddista tibetana, Cesare Milani
(Tenzin Khentse), che ha presentato e introdotto le opere di De Vecchi,
Rodríguez e Araya, in forma magistrale, amena, interessante e con una grande
cultura. Milani ha alternato con le domande tutti e tre gli autori. De Vecchi
ha descritto la sua opera: La trama si sviluppa partendo da Assisi per poi
lambire i più remoti luoghi del globo, sino alle vette dell'Himalaya, nel
misterioso Bhutan. Ha esibito 2 video correlativi al suo romanzo. Poi la coppia
di coniugi Araya-Rodríguez hanno descritto le loro opere: 5 personaggi (Domingo
Gomez, Romeo Murga, Oscar Castro, Alberto Araya e Patricio Mekis) dimenticati
della storia del Cile, che per ragione politiche, sociale, economiche e
culturali sono stati insabbiati. Poi Araya ancora in veste di Duca ha
consegnato a Cesare Milani, il titolo nobiliario di “Ven. Guida Spirituale
di Corte”. Giulio I° ha giustificato il titolo come: “un grande uomo, con una
grande empatia spirituale e merita di essere parte della corte con i suoi
insegnamenti”. Infine De Vecchi ha consegnato a Cesare Milani una “Katha”, come
simbolo di buon augurio e amicizia di parte dei tre autori (De Vecchi,
Rodríguez e Araya). A sua volta il Lama Milani ha consegnato ai tre autori una
“Katha”. La Rodríguez come presidentessa della Selae e Araya come presidente
del Ducato di Abbiate-Grasso, hanno consegnato una collana di libri (25) con
tutta le opere di sua santità il Dalai Lama. Una serata piena di spiritualità,
storia, tradizione e tanta emozione. Il prossimo incontro, il terzo della
rassegna, si svolgerà domenica 19 giugno alle ore 21 con le autrici Luigia
Bevilacqua e Nina Adriá Pérez.
“Khatà” è una sciarpa
bianca, del cerimoniale civile e religioso, pubblico o privato del buddismo
tibetano. Simboleggia la purezza, la benevolenza, il buon auspicio e la
compassione. Di solito è fatta di seta bianca, colore che contiene tutti gli
altri e simboleggia la perfezione spirituale di Buddha – ma può anche esser
arancione o gialla o blu o verde o rossa. Può essere lunga fino a quattro metri
per un metro di larghezza con intessuta la formula sacra dei mani e gli otto
simboli di buon augurio. E’ un oggetto versatile. Viene offerta in dono alle
divinità, ai Lama, alle coppie di sposi, agli ospiti importanti, per la nascita
dei bambini, nelle diverse cerimonie, come arrivo e partenza di ospiti. E in
molte altre occasioni in cui si vuole offrire un augurio di prosperità e
fortuna. Viene anche usata per accompagnare un regalo.